.....Possedere una bicicletta e lasciarla languire in cantina, e' come avere la lampada di Aladino e non pensare mai a strofinarla..... La bicicletta modifica il tempo, ma anche lo spazio. Rifate in macchina un tragitto particolarmente bello in bicicletta. Fa schifo, e' come se fosse un altro posto: si e' impoverito” (Didier Tronchet)

lunedì 23 giugno 2014

Passo Gavia e Mortirolo

Domenica 22.06.13
Sveglia alle 3,30 e alle 4,30 c'è Picozzi che mi stà aspettando in strada,si carica la bici e si parte,direzione Edolo. Oggi le intenzioni sono quelle di aggregarci ai ciclisti che fanno la G.F Giordana,anche perchè 6 anni fa sul Mortirolo ho spinto più di metà percorso e inoltre non ero riuscito a fare il S. Cristina.
Nonostante abbiamo sbagliato un paio di volte strada, persino l'uscita dall'autostrada,alle 7,15 siamo a Edolo,oggi punto di partenza del nostro anello, è inutile spingersi fino all'Aprica,con la confusione che ci sarà.
Ci si prepara e alle 7,35 circa siamo in bici. La strada sale da subito anche se con pendenze lievi, e una decina di km prima di Ponte di Legno veniamo presi dai primi concorrenti della gran fondo che ci passano a velocità doppia. Devo stare attento a dosare le energie, perchè la strada è ancora lunga, e lasciata la statale per il Tonale affrontiamo una piccola discesa seguita da una leggera salita che ci porta al paese di Sant'Appolonia,dove inizia la vera salita del Gavia. Qui le pendenze si fanno più dure,la strada si restringe e il paesaggio man mano che si sale si fa sempre più bello. Intorno al quindicesimo km c'è una galleria, oggi illuminata da un faro alimentato da un generatore,e all'uscita ci sono un paio di km duri,ma poi finalmente si arriva al passo.Mi fermo,indosso la mantellina,mangio qualcosa e aspetto il Picozz.,e dopo una decina di minuti vedo in lontananza una maglietta dell'armofer,ma quando si avvicina scopro che non è Marco, ma Stefano,che è venuto con la famiglia all'Aprica per fare la G. Fondo,bene almeno ho compagnia per il resto del percorso visto che il Pico mi aveva detto che voleva fare il medio. Aspettiamo altri 10 minuti ed ecco Marco che arriva,ma è stanchissimo e mi dice " io torno alla macchina sto facendo troppa fatica".
Va bene, non ci resta che gettarci nella lunga e veloce discesa che ci porta a S. Caterina Valfurva e successivamente  a Bormio. Qua si riesce a formare un gruppetto di una decina di ciclisti, e meno male visto che ci sono circa una trentina di km prima di arrivare a Mazzo dove parte la temibile salita del Mortirolo, e c'è un forte vento contrario. In questo tratto ho fatto il primo errore,perchè non ho bevuto nulla. Sosta al ristoro e alle 12,30 con un forte caldo attacchiamo i primi km della salita,oggi non ho intenzione di spingere un metro a piedi. Dopo i primi 2 km abbastanza pedalabili quello che ci si trova di fronte è un muro, per lunghi tratti il contachilometri mi segnava 6 km/h, si era quasi fermi ,e se ne vedevano di tutti i colori gente sdraiata, gente che spingeva, uno dalla stanchezza mi è crollato davanti ,sbattendo sull'asfalto,l'ambulanza a sirene spiegate,che mi è passata di fianco, sicuramente qualcuno si è sentito male. Oltre al mal di schiena credo che poche volte ho sudato come su quella salita, e la nausea dovuta alla fatica non mi permetteva di idratarmi come volevo. Comunque al mio ritmo sono arrivato all'ultimo km ,dove sono stato raggiunto da Stefano,e qui mi è capitata una cosa che non avevo mai provato i CRAMPI alle cosce.Vabbè dopo aver tirato i muscoli sono riuscito ad arrivare alla cima ed ho fatto una sosta al ristoro,pensando, adesso mi riprendo e si riparte,ma nel successivo tratto di mangia e bevi appena c'era un po' di salita mi tornavano i crampi.Allora ho detto a Stefano di andare,era inutile che mi aspettasse, in quelle condizioni non sarei riuscito a fare il S. Cristina e credetemi mi è davvero dispiaciuto ma con quelle fitte era impossibile pedalare. A quel punto ho aspettato Marco che avevo intravisto all'ultimo ristoro ( dopo essere sceso dal Gavia è salito sul Mortirolo da Monno, salita più facile rispetto agli altri versanti) e assieme abbiamo fatto gli ultimi km di discesa per chiudere il cerchio con 155 km e 3600 m di dislivello. Devo imparare sopratutto nelle lunghe distanze a bere i sali,con una bustina di polase sono convinto che quei crampi me li sarei evitati, e non sarebbe male ingurgitare qualche gel sopratutto verso la fine, anche se non ho l'abitudine. Concludo facendo i complimenti a Stefano che ha finito il percorso lungo facendosi anche il S. Cristina.  
                                                                Alla Partenza
                                                    Primi concorrenti della G.Fondo
                                                       In alto c'è ancora la neve
Panorama dal Gavia
                                                            Altro panorama
                                                                Autoscatto
                                                                   Si sale
                                                                Serpentone
                                                                 Spettacolo
                                                       Splendide montagne
                                                           Laghetto sul Gavia
In discesa è meglio non sbagliare le curve
                                                                Passo Gavia
                                                         Marco dopo il Mortirolo

3 commenti:

  1. che delusione per uno che il muro di Sormano lo reputa una barzelletta

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  2. Ti assicuro che il Mortirolo dopo aver fatto il Gavia,non è paragonabile al muro di Sormano.

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  3. bazzeccole, stai solo cetrcando giustificazioni per la magra figura che hai fatto fare al TEAM indossando la divisa

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