26.05.13
Dopo 2 giri in settimana di 70 e 54 km,rispettivamente mercoledi' e giovedi' ed un sabato dove ha piovuto ininterrottamente per tutto il giorno,mi sveglio domenica mattina abbastanza presto e alle 6,30 sono in bici.Oggi voglio andare a vedere la salita del Morterone,salita situata in provincia di Lecco,e visto che non c'è nessuno che mi può fare compagnia,vado solo.Quindi via,direzione Milano,Monza,Arcore,Merate, Olginate e giunto a Lecco mi dirigo sulla vecchia strada che unisce quest'ultimo a Ballabio,quasi completamente priva di traffico da quando hanno aperto la nuova strada di collegamento veloce tra il centro di Lecco e la Valsassina.Questa salita dalla sede stradale ampia nasconde le pendenze,che si aggirano intorno al 10% con diverse punte al 12% ed un max del 15%.Giunto alle prime abitazioni di Ballabio,sulla destra parte la salita per Morterone,situato dietro le pendici del monte Resegone , è il secondo comune più piccolo d'Italia,avrà una ventina di abitanti,frazioni comprese.E' una salita davvero bella,con un panorama spettacolare sui laghi di Lecco e Garlate,si sale per circa 11 km sempre regolari e mai faticosi lungo le pendici del monte Due Mani con pendenze che si aggirano tra il 5 e l'8% e si raggiunge la forcella di Olino punto più alto situato a 1100 m,poi ancora 2 o 3 km di discesa e falsopiano per arrivare a Morterone.Avrò incontrato 3 macchine in tutto il tempo di scalata.E' difficile pensare che a poca distanza da Lecco possa esserci un posto cosi',che sembra isolato dal mondo.Giunto a Morterone mi mangio un panino,scatto due foto al panorama ancora innevato nonostante siamo quasi a luglio e ridiscendo, visto che mi manca tutto il ritorno, e di nuovo stessa strada a ritroso, ma questa volta con il vento che in molti tratti mi è stato contrario.Alla fine ho raggiunto il muro dei 200 km con quasi 1600 m di dislivello,e anche l'attraversamento di Milano non mi ha pesato visto che alle sette del mattino non c'era nessuno e anche alle 14,00 il traffico era abbastanza scorrevole, ovviamente se eravamo in due o tre,sarebbe stato molto meglio,anche dal punto di vista della fatica, vista la distanza e il vento,comunque sono tornato a casa distrutto ma soddisfatto.
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